IL PASSO

E se poi si ha la consapevolezza di guardare altrove. Stanco e trascinatore di ricordi. Da un vetro o finestrino di una macchina, di un treno o di un cielo grigio o blu che sia, osservi quello che è stato e quello che sarà. Magica la vita, che ti fa fare acrobazie per esistere ed esserci. Tanta gente che sa dove andare o almeno ci prova e tu vivi e viaggi per stazioni di cui non conosci nemmeno il nome. Incontri la notte e sogni sempre di cambiare vita anche se la realtà è talmente schiacciante che non te lo consente. Pensi che tutto passerà, il dolore, l’amore, la tristezza, il tuo modo d’essere. Il risveglio di un nuovo giorno ti consente di pensare, che domani sarà un giorno qualunque o pieno di qualcosa, che i silenzi si possano riempire. Pensare a una terra migliore dove tutti sappiamo parlare e capire senza pensare. Ricerchi la libertà e non la trovi perché sai già che ogni volta qualcuno o qualcosa te la toglierà. Ti chiedi da che parte stare ma tra indiani e cowboy scegli sempre gli indiani. Un riso felice o malinconico che sia, almeno ti fa mostrare i tuoi denti e questo è già un vantaggio su chi li digrigna solamente. Prova a far capire alla gente che vive di cemento, che i fiori nascono nei campi e che se si è aridi non si coglierà mai nulla. Anche se un mese si sussegue subito ad un altro, se non succede niente o almeno così sembrerebbe, se si respira la stessa aria e si vive la stessa notte , se un matto parla da solo e scrive ciò che non si legge, ma qualcuno lo capisce, allora si è come quel matto. Il passo è agile, è pesante, è leggero, a seconda del cuore: un bambino spensierato, un ragazzo speranzoso, un uomo vissuto. Meno male che hai l’ironia a tuo favore, il sorriso è beffardo o malinconico ma trasmette voglia di vivere e ne hai tanta. Una stanza colorata, un letto gonfio d’amore, un tavolo pieno di roba da mangiare, un camion di idee, non basta niente per gridare, servirebbe un campo così grande che può permetterti di vomitare e poi sederti a respirare. Se apri gli occhi puoi dare la mano a qualcuno e questo ti rialza per affrontare un giorno più lungo, incerto ma vissuto. Per fortuna hai storie da raccontare e gente da ascoltare, un qualcosa da amare e amici da abbracciare, una stazione da ricordare e un hotel dove riposare, un vestito buono da indossare. Hai la padronanza di incazzarti e la goduria di rifare gli stessi sbagli che gli altri non volevano che rifacessi ma tanto non te ne frega niente perché sei così. Vuoi essere padrone di sputare quello che ti pare e dove ti pare. Puoi non appartenere a nessuno ma solo a te stesso e prenderti una bandiera tersa e crearti una tua ideologia. Porca miseria, noia e malinconia che ti attanagliano. A volte ci si sente come se gli altri fossero dall’altra parte della strada, tu li stai a guardare ma non riesci ad attraversare. Alla fine però ti rendi conto che stai bene dove stai, e se non ti capiscono, ti capisci da solo ed è già un passo avanti. Almeno in tutto questo casino ti distingui dagli altri e sei la moda, sei il momento, sei il più grande comunque vadano le cose.

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