In una società diamantica come la nostra, formata da svariate sfaccettature, ho ritenuto opportuno e doveroso partecipare al progetto del regista Jonathan Van Put su un tema molto importante come l’omosessualità. Da scrittore, ho sempre parlato di argomenti a sfondo sociale, ho appoggiato e approvato l’idea di questo regista perché l’argomento trattato serve, a mio parere, a far evidenziare una situazione che fino a poco tempo fa veniva nascosta. Una realtà emarginata, abbandonata, schifata. Oggi non possiamo e non dobbiamo più voltarci dall’altra parte, bisogna accettare e capire tutti. Non ci sono diversi, siamo tutti uguali. L’era degli emarginati deve scomparire, Jonathan con le sue immagini in sequenza riesce a far comprendere che il diverso è colui che non accetta l’altro, magari non accetta neanche se stesso. In una realtà dove vige la guerra tutti i giorni, perché non apprezzare chi si ama? E cosa importa di quale razza o sesso, cosa importa se un individuo fa delle scelte sessuali diverse da altri. L’importante è amarsi senza nuocere a nessuno. E’ inutile cadere in quei monotoni discorsi del “vogliamoci bene “ ecc. Credo che tutti noi dovremmo cercare di mettere da parte l’ipocrisia. E’ facile dire io accetto tutti, non mi importa cosa fanno, io accetto. Queste sono belle parole ma, bisogna metterle in atto, applicarle per davvero. Sono rimasto stupito e contento nello stesso tempo, nel sentire che i tecnici ma soprattutto gli attori hanno accettato di partecipare al progetto di Jonathan senza alcun compenso se non la soddisfazione di partecipare in qualcosa in cui credono e credo pienamente. Il film si girerà per la maggior parte a Siena, ci sono mille difficoltà da affrontare trasferta da Roma compresa ma, questo non spaventa nessuno se si crede in quello che si fa, se si vuole dare voce e spazio a un argomento di questo calibro. Nel film si può notare come sia difficile per gli omosessuali farsi accettare dagli altri, le varie problematiche che li circondano come, il farsi spazio nelle ansie e nei dubbi con loro stessi, negli approcci con lo stesso sesso, negli sguardi scrutatori e attenti non solo degli estranei ma anche dei parenti, del padre e della madre magari. Il periodo in cui si scopre attrazione per lo stesso sesso e la difficoltà di farsi accettare per quello che si è. Bravo Jonathan mi congratulo con te per l’ottima idea e per la realizzazione sicuramente buona del progetto. Auguro a tutto il gruppo non solo successo ma che riusciate e riusciamo a trasmettere agli altri un messaggio importante del tema trattato.