E i conti non mi tornano nemmeno adesso che non capisco perché devo ascoltare un sacco di gente che dice stronzate e non mantiene mai quel che promette. Trovo assurdo dover fare delle cose solo perché così deve essere ed è così che gli altri le fanno e vogliono che vengano fatte. Non mi tornano i conti quando mi guardo attorno e vedo gente ricchissima che è indecisa sul colore della sua “astronave macchina” o il modello di orologio da 50.000 euro, e altra che non può arrivare a fine mese e deve far quadrare i maledetti conti che NON TORNANO MAI. E i conti non mi tornano nemmeno quando sento di persone laureate o meno che si uccidono o si danno alla delinquenza e non si fa altro che commentare l’accaduto del giorno, il fatto di cronaca che sconvolge, ma se sconvolge tanto, perché non si fa niente per evitare tutto questo? La colpa non è di colui che si accusa essere “debole” ma di coloro che l’hanno reso tale. Ho fatto i conti per il mio prossimo futuro e sapete una cosa? Non tornano nemmeno quelli, non avendo un lavoro sicuro, non avrò una pensione e senza le due cose non mi assicuro nemmeno il presente e come potrei assicurarlo per un’eventuale famiglia? Non mi tornano i conti quando vedo i veri “eroi” alzarsi presto la mattina e rientrare la sera tardissimo dopo aver sostenuto lavori pesantissimi con capi che, non solo ne approfittano per via della crisi rendendo schiavi i mal capitati, ma oltretutto non tutelano in alcun modo il lavoratore giustificandosi dietro contratti stabiliti da gente ancora più in alto: lo Stato. “Quelli” i conti li dovrebbero saper fare bene, non come me che non li so far tornare, il problema è che fanno il “tornaconto” per loro e quindi, per me e per quelli come me, i conti non tornano. Non mi tornano i conti quando mi dicono che devo salvare la natura, donare soldi a chi sta peggio, pregare un Dio che dovrebbe ascoltarmi e aiutarmi (non ho ancora capito come), avere pazienza e sopportare le ingiustizie, capire gli altri anche se di te non gliene frega niente, pensare che c’è chi sta peggio per stare meglio (lo chiamo coraggio egoistico ma è un’altra storia). Insomma, occorre fare un sacco di cose solo perché è così che va il mondo o meglio, è così che te l’hanno spiegato i tuoi genitori convinti anche loro che solo insegnandoti il bene avresti potuto far bene e, soprattutto, prima o poi qualcuno ti avrebbe riconosciuto i tuoi meriti. Il problema è la società che di te se ne frega e, se crepi, sei solo un altro che se ne è andato, un numero, ma quel numero i conti non me li fa tornare. Qualcuno può farmi tornare i conti per favore? Alberto Ventimiglia