“Il decimo giorno” La prima indagine dell’agente-infermiere Sergio Vanni

Un assassino che, senza pietà, rapisce bambini e al decimo giorno dal rapimento li fa ritrovare morti alle proprie famiglie; Sergio, infermiere disoccupato, con pessimo carattere e un doloroso passato alle spalle; Bruno, ex capo della Polizia, specialista in casi abbandonati e irrisolvibili, costretto su una sedia a rotelle. Questi i protagonisti di un giallo avvincente da leggere tutto d’un fiato, nel quale s’intrecciano le indagini ufficiali e quelle parallele portate avanti da Sergio e Bruno, con un susseguirsi di colpi di scena che tengono il lettore inchiodato alle pagine.
Una trama che va oltre il giallo e che, soffermandosi sulla vita privata di Sergio, sul dolore che si porta dietro, quello fisico della gamba amputata e quello interiore per la perdita della figlia con il conseguente senso di colpa, genera nel lettore un’empatia immediata.  

«Alberto Ventimiglia osa e non lo ferma nessuno: un cingalese diventa miracolosamente italo-sri-lanchese mentre i verbi giocano a bere il tè sul soffitto prima di prendersi a cuscinate. Sergio, l’infermiere-docente-giustiziere-poliziotto non nasconde la sua simpatia
per la signorina Coca e il signor Jack con un po’ di ina e un po’ di Russel.
La sua è una logica da macello per la quale una protesi cozzante su un moncone arrossato portano a dire “Appena mi infilo la gamba arrivo!” e Sergio arriva. Eccome se arriva».
dalla prefazione di ANDREA G. PINKETTS  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *