Ci si sente malinconici quando ci fermiamo a pensare troppo al passato, quando non sentiamo il rumore del mare, quando non voliamo con la fantasia e ci confrontiamo troppo con la realtà. La malinconia si trasforma in tristezza, vorresti un rumore assordante nelle orecchie per non restare a pensare, vorresti correre il più velocemente possibile fino a fare uscire il cuore dal petto, vorresti vivere altre vite e aprire quelle pareti, perché ovunque ti trovi sono troppo strette. Il silenzio ti crea un pensiero negativo che puoi scacciare solo con il credere, che c’è chi sta peggio. Cerchi la felicità, ma quella che nemmeno tu decidi come averla. Ti perdi nelle colline della mente e tenti di capire quel che senti e provi a toglierlo fuori per non farti male. A volte puoi addirittura ritrovarti con le gote bagnate dal pianto, ma forse è meglio così, forse può servire a riportare la calma ad un mare in tempesta. Le gambe fremono tentando di farti prendere uno zaino e andare, viaggiare senza prefissarti una meta, lasciando tutto alle spalle, ma poi cosa lasci? Ti trattiene un certo buon senso che forse non è. Hai una sola possibilità, accettare ciò che hai vissuto e quello che stai vivendo, serviranno per tutto ciò che vivrai e alla fine, capisci che il futuro è la parte migliore. Il presente non esiste perché, solo pronunciando “ora”, è già passato e allora vivi l’incerto che ti deve far sorridere, perché è una sorpresa e devi andargli incontro, come quando da bambino, saltavi giù dal letto e correvi per andare a scartare i regali di natale. Serve un’ora, un giorno o una notte per ritrovare il sole, per ritrovare te stesso e per capire che tutto passa e che dopo uno schiaffo, la vita ti offre una carezza.