Rock star metropolitano: Racconto breve contenuto nel libro “Parole in corsa” 2007 concorso indetto dall’Atac trasporti pubblici della regione Lazio.

Tutte le mattine vado a prendere la metro per andare a lavoro, puntualmente da quando esco di casa e arrivo a lavoro, tutti mi osservano. Ormai ci sono abituato e come una rock star indosso i miei occhiali scuri e salgo sulla metropolitana. Appena entro la gente mi fa largo, qualcuno si alza e mi cede il posto, ho addirittura attorno a me uno spazio d’aria sufficiente nonostante il vagone è stracolmo di gente. Mi guardano e mi studiano, una volta me la sarei presa ma adesso no, mi piace, mi sento un vip anzi sono fiero e orgoglioso. Ogni tanto per far piacere saluto qualcuno, solitamente mi rispondono con un sorriso o fanno finta di niente, chissà forse questi ultimi sono timidi o non sono miei fan. Comunque in metropolitana c’è troppa gente e poca luce per cui non tutti possono vedermi, ma mi rifaccio subito non appena scendo e mi dirigo alla fermata del tram. Il tram mi piace di più, non appena entro, come per la metro, qualcuno si alza e mi fa posto, la luce si riflette sul mio viso e lo mette più in risalto, c’è meno gente quindi vengo osservato meglio. Come sempre educatamente saluto qualcuno e a volte mi viene rivolta la parola. “Dove vai?” “Che lavoro fai?”, a me fa piacere, poi si sa i fan vogliono sentirti vicino a loro non si accontentano mai e allora gli do spazio. Il viaggio prosegue e a quel punto guardo attraverso il finestrino le bellezze della mia città. Roma è meravigliosa, posso vedere grazie al tram, un po’ dei suoi monumenti prima di arrivare sul posto di lavoro, guardo la gente nelle macchine ferme sotto di me bloccate dal traffico, qualcuno inveisce contro non sa lui nemmeno cosa, qualcun altro parla al cellulare una donna si trucca il volto, un bambino ancora assonnato è pronto per andare a scuola anche se non sembra averne molta voglia. Sono quasi arrivato, da lontano vedo presso la palina, lei il mio grande amore, la mia prima e più grande fan. Sono troppo innamorato di lei, Manuela, il suo nome è musica . Scendo dal tram, lei mi guarda ci baciamo e ci rechiamo insieme a lavoro. Mi sento il più grande vip del mondo. Ah, dimenticavo, mi chiamo Samuele e come Manuela ho la sindrome di down ed è questo che mi rende unico e speciale, insomma una rock star.

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