La signora Collins, seduta su una poltrona vicino ad una finestra con le grate di sicurezza, quelle per evitare che entrino in casa i ladri, continuava a parlare al signor Collins. “Martin, meno male che ci sei, come potrei mai vivere senza di te? Pensa se quel giorno di due anni fa mi avessi lasciata per sempre, come avrei potuto continuare a vivere?”. A volte, quando meno ce lo aspettiamo, o per caso o intenzionalmente il nostro destino sembra essere segnato e non possiamo fare niente per cambiarlo nemmeno quando è crudele. Il signor Martin faceva l’insegnante presso una scuola elementare e quel giorno di due anni fa stava insegnando ai bambini quello che poi un giorno sarebbe servito loro da adulti. Mentre scriveva le lettere dell’alfabeto e delle parole sulla lavagna, dall’altra parte della città un uomo era appena entrato per fare una rapina in una banca; sempre in quel preciso istante la signora Penson se la spassava nel letto con il suo amante, dimenticandosi che all’una e trenta il figlio sarebbe uscito da scuola. Il signor Martin stava finendo la lezione, nel frattempo da un’altra parte della città un uomo doveva andare a prendere dei fiori che aveva prenotato in un negozio vicino la scuola elementare. Il rapinatore per la sua fuga chiese una macchina scura con il pieno di benzina e fu accontentato. Era l’una e mezza e la campanella segnò la fine della giornata scolastica. Uscirono tutti: un bimbo non trovò sua madre all’uscita, allora il suo maestro gli si avvicinò per tranquillizzarlo e gli disse: “E’ in ritardo oggi la signora Penson, eh Sam? Ma non ti preoccupare, starà arrivando, aspettiamola”. “Sì, signor Martin, grazie” rispose il bambino. Intanto la donna era saltata tardi fuori dal letto dell’amante e in macchina fu bloccata dal traffico, poiché per via di una rapina in una banca la polizia aveva creato una deviazione stradale. Finalmente la signora Penson arrivò e il signor Martin poté recarsi verso la sua macchina ma la trovò bloccata da un’altra in doppia fila perché un uomo doveva ritirare dei fiori e non avendo trovato parcheggio aveva lasciato la macchina in doppia fila, soltanto che il fioraio aveva litigato con la moglie e non aveva ancora finito di creare la composizione floreale. Martin iniziò a suonare con il clacson della sua auto, l’uomo con i fiori in mano uscì di fretta dal negozio chiedendo scusa per l’intralcio; nel frattempo il bidello della scuola uscì a chiamare il signor Martin, il quale fu costretto a scendere dall’auto a riprendere l’ombrello che si era scordato e si recò nuovamente verso la macchina. Se solo uno di questi eventi fosse andato diversamente, se il signor Martin non si fosse dimenticato l’ombrello, se l’uomo dei fiori fosse arrivato un po’ prima per trovare parcheggio, se il fioraio non avesse litigato con la moglie e se la composizione floreale fosse stata già pronta, se la signora Penson non fosse arrivata tardi a prendere il figlio all’uscita di scuola, a questo punto la macchina scura ad alta velocità sarebbe passata dinnanzi alla scuola elementare proseguendo la sua folle corsa. Ma per un maledetto destino, le cose andarono diversamente perché il rapinatore sbandò e investì il signor Martin togliendogli la vita. Due uomini in camice bianco si avvicinarono alla signora Collins e uno dei due disse all’altro: “Sempre che parla da sola, poveretta” e l’altro rispose: “Crede di parlare con il marito, anzi crede di vederlo”. I due infermieri fecero accomodare la signora su una sedia a rotelle e l’accompagnarono nella sua stanza per stenderla sul letto, così da farla riposare. Continuarono a parlare tra loro della partita di calcio della sera prima, mentre la signora per i fatti suoi continuava ad articolare parole, senza che nessuno l’ascoltasse, ignorata, come se fosse un fantasma.